Donazioni e trapianti di organi e tessuti: online il Rapporto 2019

Con la pubblicazione del Report analitico relativo all’attività della Rete Nazionale Trapianti per l’anno 2019, il CNT aggiunge un ulteriore tassello alle molteplici elaborazioni statistiche realizzate periodicamente dal Sistema Informativo Trapianti con l’obiettivo di rendere i nostri risultati sempre più trasparenti e accessibili.

Il Rapporto annuale conferma quanto rilevato nel corso della presentazione preliminare dello scorso marzo al Ministero della Salute: il 2019 ha segnato la seconda migliore performance di sempre in termini di donazioni e interventi realizzati ma le disomogeneità territoriali- principalmente tra Nord e Sud- risultano ancora persistenti nel nostro Paese. A livello nazionale, il settore dei trapianti è sicuramente in crescita, abbiamo assistito a una leggera diminuzione delle liste di attesa (per il cuore e il rene) e crescono nel complesso le dichiarazioni di volontà registrate dagli italiani nel Sistema Informativo Trapianti in occasione del rinnovo della carta d’identità. Ancora una volta, le donazioni e i trapianti di tessuti fanno registrare ottimi risultati, tra i migliori a livello europeo. Tuttavia, i segnali allarmanti arrivano dal tasso di opposizione alla donazione (in 3 casi su dieci non si può procedere al prelievo degli organi a causa di un dissenso espresso in vita dal deceduto o dai suoi familiari) e dalle marcate differenze regionali che investono tutti i principali indicatori del nostro settore (procurement, segnalazione dei potenziali donatori, donazioni e trapianti).

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Con una rinnovata analisi qualitativa dell’attività di trapianto di cuore per il periodo 2000-2018, il Cnt offre un’elaborazione approfondita sulle performance dei singoli centri, sugli outcome degli interventi in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente e sulle liste di attesa. La percentuale della sopravvivenza del paziente adulto e dell’organo a un anno dall’intervento risulta in crescita rispetto agli ultimi 5 anni: la prima si attesta all’82.6% e la seconda (quella dell’organo) all’82%. Il confronto con le grandi organizzazioni internazionali dimostra che la qualità dei nostri trapianti (sempre in termini di sopravvivenza del paziente e dell’organo a un anno dall’intervento) è in linea con le percentuali registrate a livello europeo (83.2% rispetto all’81.9% dell’Italia) mentre risulta essere inferiore rispetto agli esiti statunitensi (90.9%).

Consulta il Rapporto 2019 della Rete Nazionale Trapianti
Consulta l’Analisi qualitativa dei trapianti di cuore (2000-2018)

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